Siamo a Filiano, dove immerse nel verde della riserva Antropologica e Naturale “I Pisconi”, istituita nel 1972, sono custodite delle pitture rupestri risalenti a circa 12.000 anni fa.
Partendo dalla frazione Carpini, a circa 800 metri di altezza, tra Lagopesole e Piano del Conte, è stata rinvenuta la più antica traccia artistica dell’uomo in Basilicata.
Le pitture raccontano che il territorio di Filiano era abitato fin dal Mesolitico, quando gli uomini erano nomadi e cacciatori.
Segnalata da tempo dagli abitanti del luogo, la scoperta ufficiale avvenne soltanto nel 1965 quando il direttore del museo provinciale di Potenza, Francesco Ranaldi, scoprì in un’area boscosa a 879 metri di altitudine dei dipinti preistorici sulla parte di un grande sperone roccioso noto come Tuppo dei Sassi.
Il sito prende oggi il nome di “Riparo Ranaldi” dal nome del suo scopritore, un riparo naturale a forma di mezz’arco dell’altezza di 6 metri incavato nella pietra arenaria e, al suo interno la parete del rifugio reca delle pitture rupestri, tracciate con le dita usando dell’ocra rossa.
Molte sono state le interpretazioni che sono state attribuite ai disegni, partendo da una scena di caccia con protagonisti uomini e animali: cervidi e capridi, scena sparsa senza alcuna coordinazione geometrica, fino ad arrivare a sole figure di cervi e semplici alberi, passando per quella di uno stregone.
Tutte interpretazioni plausibili se pensiamo che che le manifestazioni d’arte preistorica rappresentano una forma embrionale di preghiera, un modo per esprimere la devozione alla natura e allo stesso tempo propiziarsi il favore degli dei.
Un luogo pregno di arte, cultura e storia, ci siete mai stati?