Al via, dallo scorso 29 Agosto on line e dal 2 Settembre nei luoghi di lavoro e nelle sedi della Cisl, la petizione promossa dal sindacato sul decreto Bonisoli.
L’Ufficio Stampa della Segreteria Sindacale, in un comunicato ufficiale, fa sapere che:
“Si è tenuto un incontro per illustrare gli effetti del decreto sulla rete museale regionale alla presenza del coordinatore nazionale per i Beni culturali della Cisl Fp, Giuseppe Nolè.
Presenti anche i segretari generali della Cisl Basilicata e della Cisl Fp Basilicata, Enrico Gambardella e Pino Bollettino.
Tra i primi ad aderire alla campagna della Cisl, è stato il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, che in una nota ha dichiarato che la petizione della Cisl è ‘un utile strumento di sollecitazione e di mobilitazione a favore del mantenimento del presidio culturale all’interno della regione’.
La Cisl lancia un appello a cittadini, lavoratori, operatori culturali, associazioni sociali, datoriali, sindacali e alle rappresentanze politiche per non mortificare il valore delle scelte fatte in questi ultimi anni e per impedire che si chiuda un altro ufficio pubblico in Basilicata, come già in passato è avvenuto per quasi tutte le direzioni regionali di grandi aziende pubbliche e rappresentanze istituzionali.
Per la Cisl, il decreto ministeriale riduce la capacità di azione e di spesa del sistema dei beni culturali nelle regioni, sopprime le sedi dirigenziali e accorpa anche i segretariati generando non solo gravi conseguenze sulla efficacia dell’azione di tutela e valorizzazione del patrimonio, ma anche danni in termini economici, poiché tali uffici regionali coordinano appalti e cantieri per importi per cui non è previsto un bando di gara, ma solo una procedura ristretta alla quale in genere partecipano le maestranze e imprese locali.
Inoltre, con la riforma varata dal ministro Bonisoli (si legge nella petizione) viene rivisto il sistema di distribuzione delle risorse derivanti dalla bigliettazione e dai canoni di concessione riducendo drasticamente le disponibilità assegnate ai poli museali regionali.
Per questo temiamo che, senza meccanismi di equità e ridistribuzione, le piccole realtà museali, come quelle lucane, saranno trascurate fino al punto di mettere in dubbio la loro stessa sopravvivenza”.
Giuseppe Nolè, a margine dell’incontro, ha spiegato:
“I decreti con cui il ministro Bonisoli ha apportato delle modifiche all’organizzazione del ministero hanno cancellato un pezzo di storia e della cultura della Basilicata per effetto della soppressione del polo museale regionale che è stato accorpato a quello della Puglia.
Stessa sorte è toccata al segretario regionale.
Questo è inaccettabile soprattutto nell’anno di Matera Capitale Europea della Cultura, perché tanti sono stati gli investimenti della Regione e del ministero per questa iniziativa.
Il ministro, a Gennaio scorso, aveva dichiarato che Matera doveva essere il modello per lo sviluppo del Mezzogiorno: ebbene, con questo decreto ha di fatto cancellato la prospettiva di crescita culturale di questa regione perché ora tutto passa nelle mani della puglia.
Questo significa che il territorio avrà difficoltà a investire per sviluppare le realtà museali della Basilicata che non sono assolutamente inferiori a quelle della Puglia.
Noi crediamo che questa petizione possa essere uno stimolo per la società civile, per le associazioni culturali, per la politica per chiedere al nuovo ministro un cambio di rotta affinché Matera, Potenza e la Basilicata abbiano una loro importanza anche dal punto di vista strategico riacquistano le sedi dirigenziali che sono state tolte con questo decreto”.
Sulla questione è intervenuto anche il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella:
“Abbiamo pensato che fosse necessaria un’azione che andasse al di là della semplice dimostrazione di indignazione, avviando un programma di iniziative che prevede innanzitutto una raccolta firme per bloccare questo decreto e restituire alla Basilicata la gestione dei propri musei.
Abbiamo avuto già una serie di adesioni, a cominciare dal presidente della Regione Bardi che ha apprezzato e appoggiato la nostra iniziativa.
È nostra intenzione aprire questa campagna a tutta la società civile lucana, alle associazioni culturali, alle rappresentanze politiche e datoriali perché riteniamo che la perdita della gestione dei nostri musei rappresenti anche una perdita economica per il nostro territorio”.
Il consigliere regionale di Basilicata positiva, Piergiorgio Quarto, afferma:
“La Basilicata non può perdere la sua autonomia culturale, se così fosse ci sarebbero drammatiche ricadute sotto l’aspetto economico.
Togliere a Matera la gestione di una pluralita’ di sedi di grande importanza come Venosa, Policoro, Metaponto significa privare il territorio di strutture di riferimento indispensabili per garantire l’evoluzione e lo sviluppo dell’intero meridione.
I musei non possono essere gestiti on line, impossibile avere un quadro organizzativo unitario da Bari a Grumento come vorrebbe il ministro Bonisoli, autore del contestato provvedimento di soppressione del Polo museale lucano. Il decreto privo di logica giustificativa, con bozze redatte il 14 agosto e presentate ai sindacati il 16 agosto (le date sono significative) è il risultato di un disegno centralista, con nuove poltrone dirigenziali portate (tanto per cambiare) a Roma.
Questa operazione rappresenta per noi lucani una grande sconfitta, occorre riflettere sul fatto che lo stesso ministro che a gennaio ha fatto passerella con Matera Capitale della cultura 2019, dimentico dell’importante precedente, abbandona il territorio culturale lucano al nulla di una politica irrazionale e poco propensa ad ascoltare le aspettative e a rispettare le peculiarita’della regione.
Occorrono in tempi brevi interventi mirati in controtendenza rispetto agli scellerati diktat del ministro.
Bene ha fatto il presidente Bardi ad aderire alla petizione della Cisl. come importante segnale di reazione delle istituzioni
La nuova compagine governativa in itinere è chiamata ad operare e ad analizzare con spirito critico la situazione venutasi a creare, necessita una visione nuova, una prospettiva diversa del panorama culturale italiano.
Basta con l’avallare o perpetrare atti decisionali frutto di pura matrice numerica, occorre veramente salvaguardare le realtà regionali, che ripongono nella piena valorizzazione del patrimonio culturale lo strumento fondamentale per lo sviluppo della loro economia.
La Basilicata ad esempio, subirà ripercussioni e danni in termini economici proprio dalla sottrazione territoriale di alcuni uffici deputati a coordinare appalti e cantieri per cui non sono previsti bandi di gara, ma solo procedure ristrette a cui sono solite partecipare le aziende e le maestranze locali.
Il quadro rappresentato testimonia come molti input indispensabili per garantire benessere e sviluppo verranno affossati in virtu’ di una politica accentratrice, sorda e insensibile, lontana dal volere della collettività”.
Il consigliere regionale Quarto conclude riaffermando la sua adesione alla petizione della Cisl a tutela del Polo museale lucano e della sua autonomia, con l’auspicio che “altre iniziative seguano alla stessa, aventi tutte come unico denominatore l’immediata abolizione del decreto governativo e delle conseguenze negative per la Basilicata”.