Ancora sospetti avvelenamenti nel Vulture-Melfese.
Nella giornata di ieri sono stati trovati morti Pulce e Baba, cani del territorio di Palazzo San Gervasio.
Questo il grido di rabbia e sconcerto sottoscritto da Maria Antonietta Menchise (Presidentessa LeIDAA, Sezione di Palazzo San Gervasio), Orazio Vitti (Presidente Associazione Randagiando in Spinazzola) e dall’Avv. Massimiliano Vaccariello (referente Enpa Barletta e del nascente C.A.A.P.):
“Ancora una volta ci ritroviamo a dover leggere di notizie di sospetti avvelenamenti di cani, ancora una volta chi rispetta la vita deve sentire il dolore derivante dalla consapevolezza di appartenere ad una specie capace del più terribile e crudele degli atti, quello contro esseri viventi indifesi.
Questa volta è accaduto a Palazzo San Gervasio, dove ieri Pulce e Baba sono stati ritrovati privi di vita nel loro territorio; lì dove quei cani di quartiere, con tanto di microchip e costantemente accuditi dai volontari della locale sezione della LeIDAA, avevano ormai da tempo stabilito la loro dimora.
Sono state allertate le Forze dell’Ordine locali e avviato l’iter previsto dalla legge, cioè prelievo e invio delle spoglie dei poveri cani e di eventuali esche e bocconi avvelenati all’istituto Zooprofilattico territorialmente competente e bonifica dell’area prontamente disposta dall’Amministrazione comunale competente, nella persona del Sindaco Michele Mastro che, con grande sensibilità, ha prontamente condannato il vile gesto.
Tuttavia, occorre monitorare il territorio ed e per questo che si invitano i proprietari di cani che portano a passaggio i loro amici pelosi, così come i cittadini che avvistano cani del territorio annusare o mangiare bocconi sospetti o che semplicemente individuano oggetti che attirano l’attenzione dei cani per strada, a segnalarlo senza esitare”.
L’Avv. Massimiliano Vaccariello, inoltre, afferma che:
“la morte di un cane di strada non è la scomparsa di un essere senza identità o di nessuno, ma è la perdita di un’anima che in realtà è di tutti noi, appartiene e arricchisce il nostro territorio e, inevitabilmente, la sua morte ci impoverisce tutti a causa del venir a mancare non solo della sua vita ma anche del suo spirito.
La morte di quel cane, forse ai più, non creerà che un unico e semplice disappunto, ma per chi lo incrociava ogni giorno e lo salutava con un sorriso, per la bambina che andando a scuola con il suo zainetto lo incontrava e si chinava offrendogli una carezza o ancora per l’anziano che si sentiva un po’ meno solo al suo passaggio, quella perdita non è cosa da poco e merita almeno che non venga liquidata con un assordante silenzio, proprio perché non è vero che gli animali di strada non sono di nessuno!”
Si sottolinea che quei soggetti che sistemano trappole, esche e bocconi avvelenati, nonché ‘appetitosi dispensatori di morte’, non solo sono delinquenti che con quegli atti commettono uno o più reati, ma non meritano neppure di essere chiamati esseri umani, perché non c’è traccia di umanità in chi in modo così subdolo e codardo utilizza il bisogno e l’istinto naturale di un essere vivente di nutrirsi per dispensargli morte con l’inganno.
Nel condannare fermamente qualunque atto di crudeltà nei confronti degli animali, si invitano i lettori del presente comunicato a non restare indifferenti contro chi distribuisce morte sul nostro territorio impoverendolo, segnaliamo e denunciamo!”.
Divulghiamo il messaggio di forte denuncia, affinché questi terribili reati non restino invisibili e dimenticati per sempre.
Di seguito le foto dei poveri cani.