In Italia, dal primo gennaio, è diventata obbligatoria la raccolta differenziata degli abiti usati.
Come riporta “Il Giorno”:
“Una decisione in anticipo rispetto agli altri Paesi europei, considerando che la soglia stabilita a livello comunitario è per il 2025.
Secondo le stime di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), in Italia il 5,7% dei rifiuti indifferenziati è composto da rifiuti tessili.
Un volume pari a circa 663mila tonnellate di vestiti e complementi d’arredo in tessuto (come coperte, lenzuola, tovaglie, tappeti) che ogni anno vengono destinati allo smaltimento, e che potrebbero essere invece, in grande parte, riutilizzati o riciclati.
La media nazionale pro capite di raccolta di rifiuti tessili nel 2020 è stata di 2,4 chili per abitante secondo il Rapporto Rifiuti urbani 2021 redatto da Ispra.
In Lombardia la media è 2 chilogrammi e mezzo.
Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana e Umbria, Marche e Basilicata hanno già superato la soglia dei 3 chilogrammi per abitante.
Al contrario, Calabria e Sicilia raccolgono in modo differenziato meno di un chilo di tessile per abitante”.