Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del M5S di Melfi e della consigliera comunale Alessia Araneo:
“A un anno, ormai, dall’insediamento della composita maggioranza melfitana le possibilità che avevamo concesso alla “corazzata della bellezza” di mantenere almeno una delle numerose e pirotecniche promesse fatte in campagna elettorale stanno, rovinosamente, franando.
Dopo i primi mesi di tirocinio e orientamento e i tentativi di attribuire l’inefficacia politica alla mancanza di personale all’interno del Comune, registriamo una deludente cura da parte di questa amministrazione nei confronti dei beni della nostra città, dei suoi cittadini e anche dei suoi animali.
Da mesi, infatti, volontarie e volontari denunciano con insistenza la scarsissima attività di contrasto al randagismo e di tutela degli animali praticata sul nostro territorio. Tutela, giova ricordare, prevista e garantita anche dalla nostra Costituzione.
Ma facciamo un passo indietro. Era il 2021 quando il neo-sindaco di Melfi e qualche esponente di giunta convocavano a raccolta associazioni, volontarie e volontari della città per discutere di randagismo e per individuare, insieme, soluzioni idonee.
Un metodo apprezzabile, non c’è dubbio: si ascoltano tutte le parti coinvolte e le persone che da anni operano sul territorio e si addiviene a una soluzione condivisa. Tutto lineare, persino ammirevole, se non fosse che, contestualmente, mentre da un lato si ascoltavano le parti, dall’altro l’amministrazione stipulava una convenzione con una associazione proprio per il contrasto del randagismo.
Qui si consuma il primo beffardo strappo: con un orecchio il sindaco ha ascoltato i volontari e, nel frattempo, con la mano ha stretto accordi con una associazione che di randagismo, sul territorio, pare non essersi mai occupata.
Ancora una volta, per le volontarie e i volontari di Melfi tempo sprecato.
Inizia, così, uno sfiancante tentativo di collaborazione tra l’associazione destinataria della convenzione e i volontari, la cui unica richiesta è quella di poter continuare a prendersi cura degli animali presenti a Melfi.
La situazione, però, si complica repentinamente. I volontari non ricevono crocchette né antiparassitari, quando invocano aiuto per mettere in salvo un cane ferito o moribondo non c’è alcun intervento tempestivo.
E, soprattutto, pare che nessuna delle più efficaci azioni di contenimento del fenomeno del randagismo sia stata messa in campo: non un adeguato censimento degli animali randagi presenti sul territorio (attraverso apposizione di microchip); non la sterilizzazione delle tantissime randagie; non l’adozione dei cuccioli, evidentemente moltiplicati a causa delle mancate sterilizzazioni.
E tutte queste inefficienze hanno persino un costo per il nostro Comune, anzi, un costo tra i più alti di tutta la Regione!
Il paradosso è questo: il Comune di Melfi spende tra le più alte somme per il contrasto al randagismo, ma è tra i peggiori nella gestione del fenomeno. Spende molto per i cani sul territorio (non preservandoli da nulla) e spende molto per tutti i cani che, sistematicamente, vengono rinchiusi nel canile di Tiera, per “sbarazzarci” del problema.
Un costo, dunque, per la collettività, senza alcun beneficio né per gli animali né per i cittadini. Un fallimento generale.
Malgrado le numerose interlocuzioni avvenute tra volontari e amministrazione, nulla è cambiato: i volontari continuano a elemosinare crocchette e antiparassitari per prendersi cura dei randagi sul territorio, i cuccioli continuano a moltiplicarsi e a morire perché non ricevono le cure necessarie e le femmine continuano ad attrarre branchi di cani sul territorio, con tutto ciò che ne consegue.
A testimonianza del disagio diffuso, è stata protocollata anche una petizione sottoscritta da oltre duecento cittadine e cittadini melfitani che chiedono rispetto e cura degli animali.
Animali su cui non si deve lucrare, su cui non si può fare profitto. Se solo questa amministrazione dialogasse realmente con i volontari, si renderebbe conto del fatto che il fenomeno del randagismo, come avviene in tantissimi comuni, si potrebbe contrastare a costo zero: lavorando sulla prevenzione, sulla sterilizzazione, sulle adozioni e investendo anche sulla cultura del rispetto del vivente.
Difficile capire se tanta incuria nei confronti degli animali, dell’ambiente e di chi se ne prende cura sia da attribuire a inettitudine, negligenza o a cinismo; il fatto, tuttavia, è che la situazione non è più tollerabile.
La convenzione stipulata, evidentemente, non funziona, ma nessuno ha il coraggio di stralciarla.
AAA cercasi politica, ossia coraggio e capacità di prendere decisioni”.