La cultura, l’etica e la politica di Giustino Fortunato si sono intrecciate a Rionero sabato 23 Luglio durante il meeting tenutosi dalle ore 18:00 presso il Giardino delle Scuderie di Palazzo Fortunato, nel novantesimo anniversario della scomparsa del Senatore.
La manifestazione, fortemente voluta dalla Pro Loco Rionero, è stata supportata dall’Amministrazione Comunale.
In tale occasione gli ospiti del Convegno e i turisti hanno potuto visitare la Casa dei Fortunato, accompagnati dagli studenti del liceo classico che si sono trasformati in abili “ciceroni”.
Al meeting, oltre ai saluti del Sindaco di Rionero in Vulture, avvocato Mario Di Nitto, del Presidente della Pro Loco Rionero, Prof. Cristian Strazza, e del Vice Presidente dell’Unilabor Prof. Angelo Nardozza, sono intervenuti importanti ospiti:
- il Prof. Antonio Macchia dell’Università di Teramo, discendente della fam. Fortunato, che ha ricordato un Giustino più “famigliare”;
- il Dott. Valentino Romano, storico e meridionalista, che ha analizzato un Fortunato fortemente attaccato alle sue radici e alla sua Città;
- il Dott. Michele Eugenio Di Carlo, scrittore e meridionalista, che ha tracciato un’analisi storica e dettagliata dei dati con cui Fortunato si è confrontato per parlare poi di “questione meridionale”;
- la Prof.ssa Antonella Ruggero, dirigente scolastico dell’Istituto d’istruzione superiore Giustino Fortunato, che ha illustrato l’importanza del lascito degli scritti di Fortunato alle nuove generazioni e l’importanza che opera il “Certamen” nel contestualizzare e rendere attuale il pensiero fortunatiano in una manifestazione di risonanza non solo regionale ma nazionale ed europea.
E, infine, le conclusioni sono state affidate al Prof Michele Pinto, dirigente scolastico emerito e cultore di storia patria, che ne ha tracciato il profilo attraverso le molteplici sfaccettature di un uomo a cui Rionero deve molto, non solo il politico, non solo lo storico e non solo il cittadino che è stato, ma la memoria della sua Città natale l’importanza che tale figura ricopre in tutto il Mezzogiorno.
L’uomo che nel pieno fervore culturale dell’800 indirizzò i suoi studi verso la storia regionale, convinto del fatto che per promuovere la rinascita delle province fosse necessario riscoprire archivi e documenti storici che avrebbero dato dignità anche alle contrade più lontane della penisola e che l’analisi dei dati della cronaca locale avrebbe creato le basi utili per un’azione riformatrice di governo.
L’intendo di Don Giustino era quello di dare la giusta importanza ai fatti storico giuridici di una provincia meridionale, la sua Basilicata, creduta ingiustamente una terra di briganti.
Sollevando per primo la Questione Meridionale; è con lui che il Mezzogiorno smette di essere visto come una “macchina spinta sopra un binario morto in mezzo a un gran movimento di cento locomotive” o come il paese “abitato da santi e da demoni”, ma viene analizzato nella sua realtà, cioè come una terra economicamente in crisi e paradossalmente unita a regioni progredite.
- Per la sua Rionero e per i suoi concittadini si fece promotore della costruzione delle ferrovie Ofantine;
- per Melfi sollecitò l’apertura di un Istituto Tecnico;
- fondò la Società per gli studi della malaria;
- promosse studi e lavori storici sulla Basilicata;
- fondò due assili infantili, uno a Lavello e uno a Rionero.