Qual è il miglior modo di amare i luoghi di nascita, quelli che collocheremmo tra le definizioni di “casa”?
Probabilmente avendo cura dei loro monumenti, delle loro strade, di ogni singolo angolino che li caratterizza.
In tal modo rispetteremmo non solo le pietre che li compongono, ma anche coloro che hanno contribuito a creare bellezza impilandole l’una sull’altra, dando forma e sostanza alla storia.
Secondo la voce della studentessa rionerese Antonella Di Feo, non sempre il rispetto prima citato verrebbe praticato, anzi, talvolta lascerebbe spazio a una totale assenza di buonsenso.
La stessa che, a detta della giovane donna, starebbe distruggendo, giorno dopo giorno, i sogni di un’intera generazione.
La sua denuncia, inviata alla nostra Redazione, parte dall’amara descrizione di una storica fontana:
“Qualche giorno fa, mentre stavo riempiendo una bottiglia vuota presso la Fontana dei Morti, ho notato qualcosa di sconcertante: l’acqua che avrei dovuto bere era di uno strano colore verde.
Decisa a desistere dall’ingerire qualcosa che non sembrava potabile (ma che dovrebbe esserlo), mi sono soffermata ad osservare, realmente e per la prima volta, quello che vedo ormai tutti i giorni, da anni.
Uno spettacolo penoso: vasche piene di cartacce e rifiuti, completamente sporche, invase da erba e muschi.
Il mio intento è denunciare la situazione di degrado in cui versa uno dei più importanti simboli della nostra cittadina e dire alle autorità locali che dovrebbero fare di più, affinché non cada a pezzi un intero paese.
Per noi giovani non ci sono speranze, tocca andare altrove e, laddove non sussistano le condizioni per farlo, vivere in un luogo privo di servizi basilari.
Uno fra tutti, la rete wi-fi nella biblioteca pubblica.
In svariate circostanze ho sentito i nostri amministratori invitare i ragazzi a non lasciare il ‘ridente paesello’.
Discorsi di circostanza, dato che in primis i loro, di figli, sono stati spronati a fare l’esatto contrario, a fuggire da questo posto senza prospettiva alcuna.
Si sa, qui al sud, ad oggi, il futuro è molto più sfumato per la mia generazione, ma se a ciò aggiungiamo anche il degrado e l’indifferenza che si respira nelle nostre piccole realtà, quali i motivi che dovrebbero spingere una persona a rimanerci?”.
Ricordiamo, inoltre, che Antonella non è la sola a lamentare lo stato di abbandono del Comune lucano.
Nei mesi scorsi, infatti, abbiamo dato voce a diverse segnalazioni inerenti a casi simili, come quello della Fontana Grande e della villa comunale “G. Catena”.
Cosa ne pensate?
Di seguito alcune foto della Fontana dei Morti.