A San Fele, il murales “A cantinë” è stato deturpato per ben due volte nella stessa settimana.
Fa sapere Miriam Di Gianni (VICE PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE ACAI e ideatrice del progetto ‘’Borgo da Rivivere’’):
“Martedì pomeriggio abbiamo ricevuto la prima segnalazione riguardante un presunto lancio di materiale sulla parete del murales.
Siamo intervenuti immediatamente sul posto e abbiamo constatato che si trattava probabilmente di calce mischiata con acqua.
Grazie all’intervento di alcuni vicini, siamo riusciti a ripulire la parete nel miglior modo possibile, ma purtroppo il disegno è rimasto parzialmente danneggiato.
Inizialmente abbiamo pensato si trattasse di un caso isolato e abbiamo deciso di evitare polemiche sui social media.
Tuttavia, ieri mattina abbiamo scoperto con rammarico che il murales è stato deturpato per la seconda volta, utilizzando lo stesso metodo.
Il sindaco ha sporto denuncia e ci auguriamo di scoprire i colpevoli al più presto.
In qualità di ex vicepresidente dell’associazione A.C.A.I. e promotrice del progetto “borgo da rivivere”, che prevedeva la realizzazione di diversi murales, desidero denunciare pubblicamente questo vile atto nei confronti della comunità e di coloro che hanno reso possibile la creazione dei due murales. Si tratta di un gesto codardo.
San Fele non è questo.
San Fele è un paese che aspira al riscatto, con tante persone che si impegnano per renderlo un posto migliore.
Mi ha riempito di gioia vedere la solidarietà e l’interesse dimostrati da tanti giovani, che hanno considerato questo atto come un affronto alla propria casa.
Anche se non facevano parte dell’associazione al momento della realizzazione dei murales, hanno contribuito economicamente attraverso i fondi dell’evento natalizio “Natale a San Fele”, gruppo da cui è nata l’associazione Pro-MUOVERE San Fele, di cui sono orgogliosamente presidente.
A nome di tutta l’associazione, voglio ribadire che “NON CI FERMERETE!”
Continueremo a contribuire alla bellezza di questo paese, perché San Fele è il luogo che amiamo e in cui desideriamo vivere”.
Ecco le foto che mostrano quanto accaduto.