I cosiddetti scatti di anzianità sono incrementi retributivi che, in base al Ccnl di riferimento, il lavoratore matura periodicamente con l’aumentare dell’anzianità di servizio.
Come spiega quifinanza, l’idea alla base è che l’esperienza acquisita nel tempo renda il lavoratore più competente e produttivo, giustificando un aumento di stipendio.
Ecco come si applicano nei principali settori e come individuarli in busta paga.
Gli scatti di anzianità rappresentano una voce retributiva riconosciuta al dipendente che presta servizio per un certo periodo presso la stessa azienda.
In parole semplici, quando un lavoratore raggiunge un determinato numero di anni di attività continuativa con lo stesso datore di lavoro, matura un incremento nella retribuzione.
Si tratta di uno dei diritti fondamentali previsti dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, che stabiliscono con precisione tempi, modalità e importi degli scatti.
Le regole variano da contratto a contratto, ma in linea generale gli scatti spettano sia ai lavoratori a tempo determinato che a quelli a tempo indeterminato, indipendentemente dal fatto che lavorino part-time o full-time.
Non tutte le categorie lavorative possono beneficiare di questa forma di aumento.
Ne sono esclusi:
- lavoratori autonomi;
- collaboratori coordinati e continuativi (Co.co.co.);
- tirocinanti e stagisti.
Le modalità di maturazione degli scatti dipendono dal settore e dal contratto collettivo applicato.
In media, i Ccnl prevedono tra 7 e 10 scatti complessivi, che iniziano ad accumularsi dalla data di assunzione e si attivano al raggiungimento di specifici intervalli di servizio.
L’aumento può essere calcolato come cifra fissa o come percentuale sullo stipendio base.
Rappresenta un incentivo alla continuità lavorativa all’interno della stessa azienda.
Gli scatti si perdono nel momento in cui si cambia datore di lavoro, poiché il conteggio ricomincia dalla nuova assunzione.
Tuttavia, in caso di riassunzione presso la stessa azienda, è possibile chiedere il riconoscimento della precedente anzianità.
In caso di passaggio di qualifica, invece, lo scatto viene generalmente assorbito dall’aumento retributivo previsto per la nuova posizione.
Come già accennato, l’importo degli scatti varia in base al Ccnl applicato.
Può trattarsi di una cifra fissa oppure di una percentuale, solitamente del 4% sulla paga base, da aggiungere allo stipendio lordo mensile.
Per conoscere l’aumento previsto, è necessario consultare il proprio contratto di riferimento, verificando:
- da quando decorre la maturazione degli scatti (non sempre parte dalla data di assunzione);
- qual è la paga base minima prevista dal contratto.
In Italia esistono oltre 900 Ccnl suddivisi per settori (commercio, trasporti, edilizia, scuola, spettacolo, ecc.), ognuno con regole specifiche su periodicità e importi degli scatti.
Gli scatti di anzianità sono indicati come voce separata nella busta paga, distinta dalla retribuzione base.
La retribuzione mensile complessiva è composta infatti da:
- paga base;
- indennità di contingenza;
- scatti di anzianità;
- eventuali altre voci accessorie.
Solitamente la voce relativa agli scatti compare nella sezione dedicata agli elementi fissi della retribuzione e può essere etichettata semplicemente come “scatti” o con diciture analoghe.
Un esempio utile è quello del comparto scuola, uno dei settori con il maggior numero di lavoratori.
In questo ambito, gli scatti sono stabiliti in modo uniforme, senza variazioni legate ai titoli di studio o ad altre competenze.
Gli aumenti sono identici per i docenti della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado.
Cambia solo lo stipendio di partenza.
Ecco le fasce di anzianità e i relativi aumenti mensili netti:
- da 0 a 8 anni di servizio spetta lo stipendio base;
- da 9 a 14 anni spetta un aumento di 183,49 euro;
- da 15 a 20 anni spetta un aumento di 161,50 euro;
- da 21 a 27 anni spetta un aumento di 157,88 euro;
- da 28 a 34 anni spetta un aumento di 154,55 euro;
- da 35 anni fino alla pensione spetta un aumento di 115,59 euro.
Per sapere quali scatti spettano e quando verranno riconosciuti, è fondamentale consultare il proprio Ccnl.
Ogni contratto definisce nel dettaglio:
- il numero di scatti previsti;
- la periodicità;
- l’importo relativo a ciascuna fascia di anzianità.
Verificare questi aspetti consente ai lavoratori di comprendere meglio la propria evoluzione salariale nel tempo e di controllare l’esattezza della propria busta paga.