“Avremmo dovuto spendere 31 milioni di euro e ne abbiamo invece spesi 48 di milioni, cosi si è sforato il tetto di spesa, previsto dalla legge per la spesa dei farmaci erogati dalle strutture ospedaliere, di ben 17 milioni di euro”.
È il commento di Michele Napoli, Presidente del Gruppo Consiliare Forza Italia della regione Basilicata, alla pubblicazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco dei dati relativi al monitoraggio della spesa farmaceutica ospedaliera, che rappresenta, a tutt’oggi, una delle voci maggiormente critiche del bilancio pubblico regionale.
Nella nota di Napoli si legge:
“Le risultanze del report dell’AIFA, tutt’altro che positive per la nostra regione, trovano conferma anche nel Rapporto sul Coordinamento della Finanza Pubblica, recentemente pubblicato dalle Sezioni Unite della Corte dei Conti, e pretendono idonee misure di contenimento di una voce di spesa che in Basilicata è assolutamente fuori controllo”.
Di soluzioni ne abbiamo proposte diverse: dall’istituzione del farmacista di dipartimento, una nuova figura professionale in grado di coadiuvare costruttivamente il personale sanitario nella scelta delle terapie farmacologiche più opportune, al maggior uso di farmaci equivalenti e biosimilari, molto usati in altri paesi europei, per finire ad un incremento degli investimenti atti a favorire una gestione dell’armadietto dei medicinali improntata alle tecnologie digitali.
Quanti farmaci scadono nei reparti degli ospedali senza essere concretamente utilizzati laddove, invece, la gestione informatizzata delle scorte eviterebbe tali inconvenienti?
Di fronte ai suggerimenti proposti l’attuale Giunta regionale ha preferito il silenzio, scegliendo per far quadrare i conti, senza peraltro riuscirci, mettere le mani nelle tasche dei lucani”.
A rafforzare il mio commento il dato shock sulla variazione percentuale dell’incremento di ticket e compartecipazioni nell’arco temporale 2010-2014, rilevato dalla Corte dei Conti, con un più 231%, che sa tanto di scippo in danno delle famiglie lucane, se solo si considera che in Basilicata una famiglia su quattro vive sotto la soglia di povertà”.