Serata speciale per l’evento “Lavello Montemilone – Capitali della Cultura per un giorno”.
Le due cittadine lucane hanno messo in mostra una serie di iniziative culturali che si svilupperanno Lunedì 17 e Martedì 18 Giugno.
Le manifestazioni si sono svolte come previsto dal progetto “Di musica in musica”, coprodotto dai Comuni di Lavello e Montemilone con la Fondazione Matera Basilicata 2019 Capitale per un giorno.
Per quanto riguarda Lavello, una nota faceva sapere:
“Lo spettacolo ‘Lucania Infinita’, coprodotto dal Comune di Lavello con Fondazione Matera Basilicata 2019 per Capitale per un Giorno, parte dall’idea primordiale di unire l’infinito al finito, l’universale al particolare, partendo dall’idea dell’immensità dell’universo che ci circonda per arrivare alla realtà della vita vera.
La natura di questo spettacolo ruota intorno all’allegoria della nostra visione duale del tutto, ma sfocata.
Due, come i nostri occhi. Quello che diamo per scontato essere doppio, eventualmente, si trasforma poi in un grande senso di unità.
Lo spettatore, da subito, ha la percezione di essere catapultato in un ‘viaggio’ emozionale che lo porta a sperimentare in poco tempo quanto ogni piccolo elemento della propria vita, della quotidianità, della realtà sia profondamente legato ad altre piccole realtà che insieme creano un unicum.
E questa sensazione, questa velocità di percezione solo la musica riesce a trasmetterla.
Perché l’evento che l’Amministrazione Comunale di Lavello ,grazie al talento del direttore artistico, Michele Ranauro, ha deciso di realizzare, non è un concerto, bensì un’occasione che vuole utilizzare il riconoscimento di Matera – Capitale della Cultura 2019, come un reale contenitore e veicolo di cultura nella poliedricità delle sue forme artistiche, il tutto poggiato sulle fondamenta della musica.
Indubbiamente, lo spettacolo mira ad esaltare la lucanità e, nello specifico, la lavellesità; ma vuole essere uno stimolo a rafforzare e a ricostruire il legame con la terra d’origine.
Questo messaggio è veicolato dalla musica del pianoforte del maestro Michele Ranauro che si esibirà nella storica e centrale Piazza Matteotti.
La piazza è espressione della storia urbana e architettonica del ventennio fascista a Lavello.
Nella piazza si erge il ‘grande edificio scolastico’, inaugurato nel 1936, composto da tre corpi di fabbrica: il primo, sede della sezione maschile delle scuole; il corpo centrale, con la direzione; il terzo corpo è la sede della sezione femminile.
All’edificio si accede dall’esterno per mezzo di ampie scale in marmo di Trani.
In effetti, l’imponente mole in mattoni della costruzione, con le lunghe ali laterali e con la grande facciata a tre padiglioni simmetrici prospettante sulla piazza Giacomo Matteotti (che allora si chiamava XX Settembre), acquista rapidamente egemonia primaria nella struttura e nella fisionomia cittadina.
L’esterno della struttura è circondato da un largo marciapiede su cui verrà posizionato il palco.
Il palazzo dell’edificio scolastico, durante l’esibizione del maestro Ranauro, verrà illuminato da luci architetturali che daranno un effetto ‘magico’ alla location.
Come si è già detto, non siamo di fronte ad un semplice concerto, ma ad emozioni musicali che si uniscono al linguaggio coreografico della danza ed a quello visivo delle immagini e delle luci per raccontare e reinterpretare, mediante questa commistione delle diverse espressioni artistiche, i valori culturali, tradizionali ed il bagaglio antropologico delle comunità, con l’obiettivo di innescare un processo creativo ibridato dalle tecnologie digitali del futuro.
Ad esempio ‘Ravel’, vestito in modo marcatamente glamour, diventa colonna sonora del nostro territorio. La chiave di lettura è di matrice surrealistica.
Le radici sono da ricercarsi nell’esperienza di Michele, scelto, tra le altre cose, per suonare davanti ai quadri di Salvador Dalì nel 2015.
‘Blu Rain’, pezzo originale e inedito del direttore artistico, nato da un’idea scritta a quattro mani con Arisa, diventa la colonna sonora dei nostri paesaggi. Paesaggi leggermente variati da elementi di contaminazione digitale.
La musica diventa elemento di collegamento tra passato e moderno; elemento fondamentale del discorso interculturale; mezzo di avvicinamento tra popoli e singoli individui della stessa comunità.
Lo spettacolo è, metaforicamente parlando, un lungo ponte i cui tralicci partono dal medioevo e sbucano nel 2019.
E su questo ponte ‘si avventurano’ le espressioni delle generazioni del nostro tempo, una rappresentanza delle quali viene coinvolta dal direttore Ranauro.
Nella scena, giovani e vecchi, intonati e scanzonati, sembrano all’inizio su un piano di antagonismo; ma stanno parlando esattamente della stessa cosa: del vissuto del loro presente.
Per questo lo spettacolo appare fruibile per tutte le fasce di età, a partire dai bambini fino ad arrivare agli anziani, perché concepito come emozionale: lo spettatore si troverà di fronte ad emozioni pure, suscitate dal coro dei bambini sulle note di brani classici che inneggiano all’amore ed alla fratellanza; ad assaporare i disagi ed i contrasti adolescenziali delle nuove generazioni a confronto con la sicurezza delle tradizioni.
Questo porta inevitabilmente a sperimentare e proporre diversi generi musicali a seconda del messaggio che si vuole mandare: dal classico, al tradizionale, al contemporaneo, al ballo dance moderno.
Anche questa scelta mira a sottolineare l’importanza del contatto tra le diverse generazioni affinche’ si ripristini il flusso dei valori da tramandare.
Michele ama molto Beethoven e Bach; li rilegge per noi, facendoci notare quanto la musica sia di fatto lo specchio del proprio tempo.
Nella parte finale dello spettacolo emergerà con chiarezza il messaggio di speranza che si vuole diffondere: ‘non perdersi’.
La scelta della conclusione, legata al percorso lungo il quale si snoda e sviluppa lo spettacolo, risponde al quadro logico del tema del dossier Matera 2019, in cui si colloca ‘Lucania Infinita’, ovvero ‘riflessioni e connessioni’, che si ispira al motto latino ‘festina lente’ (affrettati lentamente), secondo cui è necessario riscoprire il valore del tempo e della lentezza e fare un passo indietro rispetto al ritmo accelerato che scandisce la vita del XXI secolo.
Il direttore artistico, aiutato da Lorenza Veronica Romanoff, ci accompagna in questo viaggio, con il supporto ed il coinvolgimento di talentuosi performer locali.
I pezzi sono interamente prodotti e scritti da Michele Ranauro”.
L’avete visto?
Di seguito alcune foto scattate dal Comune.