“Il sogno nato oltre 25 anni fa non può oggi diventare un incubo. Non lo permetteremo”.
Così il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Mario Polese di Italia Viva a margine del tavolo di crisi su Stellantis.
Sottolinea Mario Polese:
“A prova di qualsiasi smentita insieme agli amici di Melfi capeggiati dall’attuale assessore Alessandro Panico e al presidente del Consiglio comunale Vincenzo Destino, supportati dai vertici nazionali di Italia Viva, sono anni che siamo in prima linea per difendere e immaginare prospettive di rilancio per lo stabilimento di San Nicola di Melfi.
Lo abbiamo fatto in solitaria, anche quando gli altri evidentemente erano distratti portando parlamentari nazionali veneti che hanno preso a cuore la questione dell’azienda lucana.
Lo abbiamo fatto perché convinti che Stellantis a Melfi deve continuare a essere una opportunità e non un problema.
Anche perché sarebbe un vero e proprio disastro per la tenuta sociale, economica e lavorativa non solo del Nord della Basilicata ma per l’intera Regione e addirittura per parte del Mezzogiorno d’Italia.
Ora siamo di fronte a un fatto che preoccupa e che mette a rischio 85 posti di lavoro.
Dobbiamo stare tutti insieme per difendere i posti di lavoro. Fino all’ultimo.
Non c’è più tempo da perdere.
Tanto più che la Regione Basilicata ha già investito molto sul settore dell’automotive con da ultimo la sottoscrizione del Contratto di Sviluppo con Invitalia, Mise ed Fca, per un totale di 136 milioni di euro, a sostegno del piano industriale per la produzione della Jeep Compass ibrida.
Stiamo parlando di una cifra importantissima per la Basilicata: quasi 150 milioni di euro a cui la Fca e oggi Stellantis devono rispondere con i fatti.
Nelle fabbriche c’è il destino e il benessere di migliaia di famiglie.
Credo sia fondamentale spingere tutti insieme per chiedere al Governo e soprattutto al prossimo Governo di prendersi cura di questo territorio e di questa fabbrica con il rilancio di un vero e proprio ‘Patto per Melfi’:
- un pacchetto di iniziative che incrocino investimenti infrastrutturali con il potenziamento della rete ferroviaria;
- un impulso alla formazione immaginando un nuovo Its;
- una riconversione industriale dell’indotto verso produzioni analoghe, come gli allestimenti ferroviari e l’insediamento di una hydrogen valley”.