I rappresentanti sindacali della Fim Cisl dello stabilimento Fca di Melfi e delle aziende dell’indotto si incontreranno venerdì 27 gennaio, nella sede sindacale di San Nicola di Melfi, con il segretario nazionale Ferdinando Uliano per fare il punto della situazione sui progetti per lo stabilimento lucano del gruppo Stellantis e per un aggiornamento sul negoziato in corso per il rinnovo del contratto specifico di lavoro, anche in vista della riunione del tavolo nazionale con il ministro Adolfo Urso fissato per il 14 febbraio.
Tra i temi in agenda dell’attivo sindacale anche le questioni legate alla transizione elettrica, alla carenza di semiconduttori e agli investimenti in innovazione tecnologica.
Secondo il segretario generale della Fim Cisl Basilicata, Gerardo Evangelista:
“è necessario fornire risposte ai molteplici interrogativi che riguardano il futuro del polo automobilistico lucano, futuro che non riguarda solo Melfi e la Basilicata.
È importante che la Regione solleciti il Governo a riconoscere l’area di crisi industriale complessa di Melfi, di sicuro questo non basta, e proprio per questo è fondamentale che l’assessore Galella e il suo gruppo di lavoro elaborino idee e progetti che possano portare ad un accordo con Stellantis per proteggere i posti di lavoro e le produzioni.
Serve una politica industriale che indirizzi gli investimenti verso l’efficienza energetica, l’innovazione, le infrastrutture, il capitale umano, la formazione, le competenze e i finanziamenti per progetti di ristrutturazione aziendale, per rigenerare e supportare le aziende coinvolte nelle nuove produzioni e lavorazioni.
La situazione a Melfi è delicata e la decisione dell’Unione Europea di interrompere la produzione di motori endotermici entro il 2035 richiede un’attenzione particolare per accompagnare le aziende verso nuove produzioni.
Per questo, come Fim, stiamo sostenendo che, oltre ai quattro nuovi modelli completamente elettrici, venga mantenuta nello stabilimento di Melfi anche un’auto ibrida a marchio Jeep con l’obiettivo di diversificare le produzioni, aumentare i volumi e mantenere i livelli occupazionali.
Non si può pensare di andare avanti a discapito dei lavoratori, ma bisogna mettere insieme la transizione ecologica e la vita lavorativa delle persone”.