Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa predisposto dalle sigle sindacali Fim, Uilm, Fismic e UglM:
“In data odierna si è tenuto l’incontro tra la Direzione Aziendale di Stellantis e le Segreterie Territoriali e la RSA di stabilimento di FIM UILM FISMIC UGL AQCF e FIOM.
La riunione aveva come ordine del giorno la verifica del CDS e le uscite volontarie.
Per quanto concerne il CDS, l’azienda ha puntualmente dichiarato le percentuali del suo utilizzo che vedono il 70% dei lavoratori con una percentuale individuale che rientra perfettamente nella media prevista dagli accordi (tra il 30 e il 70 percento delle ore lavorabili).
Il 30% dei lavoratori per cui invece la percentuale individuale di utilizzo della cassa non rientra nella media suddetta ha bisogno di analisi approfondite.
L’azienda si è resa disponibile in tal senso ad approfondimenti tecnici, all’interno delle unità, al fine di rendere omogeneo l’utilizzo dello strumento per l’intero personale dello stabilimento di Melfi.
Per quanto concerne le uscite volontarie, per far fronte alle ulteriori richieste in proposito dei lavoratori, si è convenuto di sottoscrivere un ulteriore accordo, per 300 unità, alle stesse condizioni pattuite nei mesi scorsi con una scadenza al 31 dicembre 2022.
La scelta di utilizzare accordi di volontarietà sulle uscite non è una scelta dei soliti sindacati firmatari, ma è una scelta di responsabilità.
È giusto in questo momento fare analisi mettendo da parte le semplicità di ragionamento, che qualcuno o un po’ tutti utilizzano parlando della grande trasformazione che lo stabilimento deve avere.
È troppo semplice da un lato gridare soluzioni impossibili e dall’altro criticare la scelta di passare all’elettrico, non voluta dal sindacato, ma dall’Europa.
Oggi non si può continuare a dichiarare al mondo intero che si perderà il 30% di posti di lavoro e non fare niente; il 30% non è un numero a sé stante ma un numero che se non gestito adeguatamente con gli strumenti giusti potrebbe trasformarsi in pura e dura perdita di occupazione, cosa che non ci possiamo affatto permettere.
Riteniamo perciò che questo sia il momento non più delle divisioni fini a se stesse, della politica, del sindacato, ma il momento di analizzare in modo vero quali sono le problematiche dell’area industriale di san Nicola di Melfi e soprattutto far sì che chi fino ad oggi ha solo guardato inizi a lavorare responsabilmente, in primis la politica finora solo spettatrice che ha legiferato sul cambiamento ma non l’ha supportato e in secundis qualche organizzazione sindacale a cui vorremmo chiedere di smetterla di puntare il dito e iniziare ad assumersi le responsabilità, partendo dal contratto specifico che vede come richiesta sindacale il recupero totale dell’inflazione, che si traduce in più soldi per i lavoratori in busta paga.
Ma il contratto è anche il modo per partecipare tutti insieme nelle future scelte industriali del gruppo Stellantis, sia per quanto riguarda le produzioni ma soprattutto per le condizioni di lavoro dei lavoratori.
Questo è il momento della responsabilità vera e dell’unione di tutti affinché realmente insieme si faccia pressione al nuovo governo perché finalmente si occupi di automotive, dei suoi lavoratori e della salvaguardia ed il rilancio dell’area industriale di Melfi”.