Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Gerardo de Grazia (Confsal Basilicata):
“Il 22 maggio del 2021, in presidio davanti i cancelli dello stabilimento Stellantis di Melfi, annunciavamo quelle che sarebbero state le conseguenze del motore green.
Il 21 gennaio 2022 non esultavamo per il passaggio a 17 turni, restavamo con i piedi per terra.
Pandemia prima e guerra poi hanno semplicemente evidenziato le carenze e l’approssimazione delle scelte politiche.
Negli ultimi cinquant’anni è mancata una programmazione seria che guardasse al futuro. Si è bocciato tutto in cambio di voti!
Siamo passati dall’essere “rottamatori” al “vaffa day”, fino ad arrivare a “prima gli italiani”.
Nel nostro paese le grandi rivoluzioni, non hanno rivoluzionato nulla.
Abbiamo abbandonato il nucleare sull’emotività del disastro di Chernobyl, abbiamo evitato di estrarre gas in nome dell’articolo 8 della legge 6 del 2008 n. 133 per il rischio di subsidenza.
Questo ha portato che, nel 2021 il 95% del fabbisogno nazionale di gas è stato importato (dati Mise).
In Italia il 66% dell’energia elettrica (dati 2020) viene prodotta dal gas.
Abbiamo mandato in pensione anticipata il motore euro 6 di ultima generazione che, non mi stancherò mai di dirlo, inquina meno di un motore ibrido, meno di un motore a metano, gpl o benzina.
Guardare al green, senza riuscire a governare la transizione significa buttarsi in un baratro, siamo in netto ritardo in termini di infrastrutture.
Le colonnine in molte zone del paese sono utopia, intere aree sono completamente scoperte.
Chi non possiede un garage, un box al momento ad oggi è limitato.
Dobbiamo prendere atto di un fallimento, annunciato, dettato dall’ideologia.
Il governo sull’automotive, energia e digitalizzazione deve recuperare terreno.
Incentivi seri per l’automotive e pensare a un piano energetico che ci renda più autonomi, un mix tra rinnovabile e nucleare.
Abbandoniamo le ideologie per dare spazio alle riforme”.