Riceviamo e pubblichiamo una nota di Gerardo de Grazia (Confsal Basilicata):
“Affrontare il problema in maniera onesta, ritengo sia un atto dovuto nei confronti dei tanti lavoratori coinvolti.
Quello che sta accadendo è un disastro annunciato da tempo, che potrebbe sfociare in una bomba sociale da qui a poco più di un anno.
Come Confsal nel lontano 2019 chiedemmo al governo centrale di vigilare, per quanto possibile, sulla fusione, in modo da scongiurare esuberi.
Nel 2021 davanti i cancelli dello stabilimento di San Nicola di Melfi, denunciammo, in maniera chiara, quello che sarebbe successo all’Automotive in Italia.
Lo facemmo ripercorrendo la storia e le battaglie portate avanti dal sindacato per rilanciare il comparto.
Partimmo dall’accordo di Pomigliano, fino ad arrivare alla produzione del marchio Jeep in Basilicata.
Questo fu un segnale importante che certificò il ruolo strategico del nostro stabilimento per la Fca dell’era Marchionne.
Oggi è tutto cambiato, il nostro paese ha perso centralità e autorevolezza, diventando più debole in Europa. Quella che doveva essere una fusione è diventata la vendita di un asset fondamentale per l’Italia ai francesi.
Quando parlo di colpe politiche, mi riferisco a chi non ha ascoltato l’allarme deindustrializzazione lanciato dal Copasir che poneva l’attenzione su un baricentro troppo francese per Stellantis.
Nella relazione il Copasir evidenziava, inoltre, che la quota detenuta dall’azionista pubblico francese era cresciuta dopo l’operazione di fusione, determinando una distribuzione della proprietà diversa da quella precedentemente annunciata.
Il Ministro Urso che conosce bene la materia, essendo stato vice presidente del Copasir sta facendo sforzi enormi, ma recuperare il gap è difficilissimo.
L’unica strada percorribile è quella di attrarre nuovi attori, lo abbiamo detto al ministro in occasione della sua visita a Potenza.
Due nuovi attori capaci di garantire l’occupazione attuale e pensare ad un incremento nel futuro”.