Stellantis: “Non possiamo accontentarci di promesse che dovrebbero realizzarsi nel 2030″. La dichiarazione di questo sindacato

“Per riconquistare la fiducia dell’Italia, Stellantis deve passare dalle dichiarazioni di principio ai fatti concreti.

Le risposte le chiediamo già a partire dal 17 Dicembre al tavolo ministeriale, sulle missioni di ciascun stabilimento e sulle innumerevoli imprese dell’indotto che rischiano una imminente chiusura.

Oggi invece da Stellantis abbiamo ascoltato parole distensive, ma ancora nessun progetto nuovo e significativo.

Anzi il 2025 sarà un anno terribile con gli stessi volumi produttivi del 2024 e solo nel 2026 forse inizieremo a vedere una inversione di tendenza”.

Lo dichiarano Rocco Palombella, segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, al termine dell’incontro tenutosi a Torino con il responsabile europeo di Stellantis, Jean-Philippe Imparato.

Aggiungono Palombella e Ficco:

“Non possiamo accontentarci di promesse che dovrebbero realizzarsi nel 2030, sostanzialmente impossibili da verificare e in ogni caso inadeguate a fronteggiare la situazione di emergenza che stiamo attraversando.

La transizione all’elettrico e la difficile integrazione fra Fiat e Peugeot stanno determinando una crisi violenta che richiede azioni immediate, nuovi modelli di larga diffusione e non esclusivamente elettrici.

Forse la situazione in prospettiva più grave è quella di Termoli, dove dopo la rottura al tavolo ministeriale è stata sospesa la creazione della gigafactory, ma nel corso del 2025 scadranno gli ammortizzatori sociali nel reparto delle Mascherine a Mirafiori, a Cassino e a Melfi.

Anche sull’indotto, la vittoria della battaglia su Trasnova deve presagire ad un cambiamento complessivo del modo di Stellantis di porsi verso le imprese fornitrici e invece abbiamo ancora lavoratori che rischino il licenziamento a breve.

Che il giorno 17 Dicembre si risolva tutto come d’incanto purtroppo non è realistico.

Sarebbe più credibile invece iniziare a lavorare per un effettivo cambio di atteggiamento di Stellantis verso l’Italia e del Governo verso il settore automotive, focalizzandosi su soluzioni concrete per ciascuna fabbrica e ciascun centro ricerca e di staff.

Si conferma che la situazione è tanto grave da richiedere l’intervento della Presidenza del Consiglio, così come da noi ripetutamente richiesto”.