Ieri, presso lo stabilimento FCA di Melfi, è stato convocato l’Esecutivo di Stabilimento, durante il quale la Direzione Aziendale ha comunicato lo stop di ulteriori turni di lavoro relativamente al mese di Maggio, la cui copertura sarà attraverso il contratto di solidarietà per tutti i lavoratori interessati allo stesso.
Il suddetto stop partirà:
- dalle ore 22.00 di sabato 4 maggio alle ore 6.00 di lunedì 6 maggio;
- dalle ore 22.00 di sabato 11 maggio alle ore 6.00 di lunedì 13 maggio;
- dalle ore 22.00 di sabato 18 maggio alle ore 6.00 di lunedì 20 maggio;
- dalle ore 14.00 di domenica 26 maggio alle ore 6.00 di lunedì 27 maggio;
ed è legato all’andamento di mercato e più complessivamente alla situazione tecnico produttivo organizzativa.
Ecco quanto scritto in una nota di FIM, UILM, FISMIC:
“Dunque continua la flessione degli ordini visti gli undici turni di fermata coperti attraverso il contratto di solidarietà che determinano una riduzione di circa 4.400 vetture; nei primi cinque mesi dell’anno, da gennaio a maggio 2019, registriamo dunque una riduzione di circa il 20% di produzione Jeep Renegade e Fiat 500X rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Questi dati sono determinati anche e soprattutto da alcuni fattori di debolezza del mercato dell’Automotive a partire:
- ecotassa, che penalizza in particolare i SUV;
- “demonizzazione” e limiti di circolazione per le vetture diesel;
- tensioni sullo scenario europeo (Brexit) e internazionale (dazi);
- andamento negativo dell’economia, che induce a un generale calo del clima di fiducia dei consumatori e quindi a una minor propensione all’acquisto.
Questa situazione oggettiva pone sempre più al centro che bisogna avviare una discussione seria e vera su tutto il settore Automotive nel nostro Paese, ma nonostante questo siamo convinti, data l’oggettività legata agli investimenti già in atto all’interno dello stabilimento di Melfi, che l’adozione delle nuove tecnologie ibride/elettriche e soprattutto l’avvio della produzione della nuova Jeep Compass renderanno lo stabilimento di Melfi più strategico all’interno di un mercato sempre più globale e soprattutto consentiranno il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, con la speranza inoltre che gli stessi possano dare una risposta alla “fame di lavoro” che caratterizza il nostro territorio”