Stretta sull’evasione: pignoramenti veloci per chi non paga queste tasse. Le novità

Finalmente ci siamo.

La riforma fiscale si avvicina sempre di più alla meta e l’ultima bozza del decreto contiene diverse novità che riguardano soprattutto le procedure di riscossione dei tributi comunali non versati, come la Tari e l’Imu.

In particolare, come fa sapere today, il nuovo impianto prevede una sostanziosa riduzione dei tempi necessari per avviare azioni esecutive (come i pignoramenti) contro i contribuenti inadempienti, con i giorni che potrebbero passare da 180 a 60.

“Speriamo di portarlo in consiglio dei ministri entro un mese – ha spiegato il viceministro Maurizio Leo ai tecnici e agli amministratori locali riuniti a Roma per la Conferenza Ifel sulla finanza locale -.

L’obiettivo è cambiare il rapporto tra il contribuente e l’ente locale impositore seguendo il principio del fisco amico”.

Per quanto riguarda gli enti locali, invece, i Comuni avranno la possibilità di applicare “sconti” a chi decide di adempiere spontaneamente alle richieste tributarie.

In attesa dell’arrivo del decreto attuativo in Cdm, previsto per la fine dei febbraio, l’obiettivo della riforma è chiaro: da un lato incentivare i pagamenti spontanei, mantenendo il pugno di ferro nei confronti dei debitori.

Come riporta il Sole24Ore, nella bozza composta da 33 articoli, quello più incisivo riguarda il taglio da 180 a 60 giorni i termini per le azioni esecutive quando un contribuente non versa l’Imu, la Tari o gli altri tributi degli enti territoriali, naturalmente cumulando un debito tale da far scattare la prospettiva del pignoramento.

Il testo provvisorio prevede anche la possibilità per gli enti locali di disciplinare le definizioni agevolate.

Sindaci e presidenti potranno introdurre sanatorie di vario genere, dall’esclusione alla riduzione degli interessi o delle sanzioni stesse, per i contribuenti che decideranno di saldare la loro posizione “entro un termine fissato da ciascun ente, non inferiore a 60 giorni dalla pubblicazione dell’atto nel sito istituzionale”.

L’unica eccezione riguarda l’Irap.

l’Imposta regionale sulle attività produttive, per cui le Regioni non potranno introdurre sanatorie.

La riforma dei tributi locali porterà con sé una riduzione delle sanzioni: in particolare scenderà al 100% la penalità in caso di omessa dichiarazione, che oggi varia dal 100 al 200% a seconda dei casi, e al 40% quella prevista quando la dichiarazione c’è ma è infedele (dall’attuale forbice tra il 50 e il 100%).

Un altro incentivo è previsto per chi pagherà Imu o Tari con addebito sul conto.

Secondo la bozza del decreto, i cittadini che opteranno per il pagamento telematico potranno ottenere uno sconto fino a un massimo del 5%.

Una sorta di “premio” per i contribuenti, come sottolineato nella bozza: “Si tratta di forme di premialità che possono essere concesse ai contribuenti che danno la disponibilità di effettuare il prelievo del contributo locale direttamente sul conto corrente e quindi semplificare con un addebito diretto l’adempimento di riscossione”.

Gli enti avranno anche la possibilità di inviare ai debitori delle lettere per invitarli a mettere in regola la loro posizione.

Il prossimo passo verso l’attuazione della riforma fiscale sarà lunedì 3 febbraio, giorno in cui è in programma un vertice al ministero dell’Economia con gli enti territoriali, con cui verrà “limato” il testo da portare a Palazzo Chigi.