“Con il taglio dei parlamentari a rischio la rappresentanza nel territorio materano”.
Ad affermarlo, il consigliere regionale di Basilicata positiva, Piergiorgio Quarto.
“Il disegno costituzionale prevede di ridurre i deputati alla Camera al numero di 400 ed al Senato a 200, per raggiungere un numero complessivo di 600 eletti.
La riforma, da tempo attesa, sembra giunta al traguardo finale.
La stessa rappresentanza Pd in parlamento sembra essersi convertita al progetto riformatore di matrice pentastellata.
I dubbi e le incognite su come la riforma è stata formulata rimangono immutati.
In primo luogo dalla ratio della Costituzione trapela che bisogna garantire a tutti, siano essi cittadino che schieramento politico, una rappresentatività sul territorio degna di tal nome.
Ovviamente per ufficializzare la riforma occorrerà il consenso popolare attraverso lo strumento referendario.
Il taglio dei parlamentari costituisce una riforma epocale, ma che, obiettivamente, non contribuirà in alcun modo a dare maggior trasparenza e, soprattutto, ad accelerare gli iter parlamentari legislativi.
Da tempo si parla di abrogare il sistema del bicameralismo perfetto o di introdurre la sfiducia costruttiva, istituto utilizzato in alcune costituzioni approvate nel secondo dopoguerra per razionalizzare la forma di governo parlamentare, rafforzando la stabilità dell’esecutivo.
Infatti, grazie alla sua applicazione si permette al governo in carica, nonostante abbia perso la maggioranza parlamentare, di continuare la sua attività ordinaria nell’eventualità in cui le forze politiche in parlamento non riescano ad accordarsi per formare un nuovo governo, strumento ideale per evitare di creare pericolosi vuoti di potere e instabilità dannose dal punto di vista economico.
Il taglio dei parlamentari, così come progettato, arrecherebbe gravi danni allo stesso pluralismo nella sua essenza, prerogativa indispensabile per il nostro sistema democratico.
L’unico dato praticamente certo che il nuovo assetto parlamentare produrrà è di ridurre in Basilicata i deputati da 6 a 4 e i senatori da 7 a 3.
Ulteriore considerazione, non secondaria, è che la sparuta pattuglia parlamentare che si verrebbe a creare sarebbe eletta dai partiti maggiori, mentre quelli minori vedrebbero scomparire i loro rappresentanti nella nostra regione.
Verrebbe inevitabilmente abrogato l’art. 56 della Costituzione che prevede un minimo di 7 senatori per regione.
Inoltre si è già calcolato che il numero degli abitanti per senatore sarebbe di uno ogni 300.000 abitanti.
L’osservazione più opportuna ed immediata da fare è che il territorio materano, quasi sicuramente, non avrà più nessuno a rappresentarlo in Senato e, quindi, le istanze territoriali, le contingenze della provincia cadranno nel dimenticatoio o dovranno essere affidate a rappresentanti di altre regioni più grandi e meglio rappresentate.
Uno scenario non bello frutto di un provvedimento i cui effetti nel tempo potrebbero rivelarsi deleteri per la Basilicata, ma, soprattutto, per il territorio di Matera.
Adesso bisogna prendere atto del testo del provvedimento eventualmente approvato, prestare massima attenzione alla formazione dei nuovi collegi elettorali che con una dovuta riforma della legge elettorale non devono consentire in alcun modo che le minoranze e le piccole regioni rimangano escluse dal parlamento”.