Comunque la si pensi, è un momento storico.
E per la Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa il momento storico è doppiamente valido: per l’arrivo di un nuovo Vescovo, certo, ma soprattutto per il motivo che lo ha spinto ad essere qui.
L’ex Vescovo monsignor Gianfranco Todisco ha lasciato in anticipo la sua missione per la quale era stato designato e ha deciso di volgere lo sguardo agli ultimi dell’Honduras.
La sua decisione ha reso di fatto la diocesi un unicum. È seguito un periodo di vacanza, durante la quale le funzioni del Vescovo sono state assunte, ad interim, da don Vincenzo Vigilante.
Il 4 Agosto, l’annuncio ufficiale: don Ciro Fanelli, della Diocesi di Lucera, sarà il nuovo vescovo della Diocesi del Vulture-Melfese.
L’ordinazione episcopale è avvenuta il 18 Ottobre presso la Basilica Cattedrale di Lucera.
L’ultimo passo prima della venuta in terra lucana, quale nuovo Vescovo di una comunità cattolica antichissima che ha scritto pagine miliari di storia della Chiesa.
Dopo un saluto ai malati dell’ospedale di Melfi – cui seguiranno nei prossimi giorni numerose visite ai vari luoghi della Diocesi – l’arrivo in Piazza Duomo, alla presenza di autorità civili, militari e religiose, della stampa e dei cittadini.
Applausi, strette di mano: monsignor Fanelli, sorridente, si è mostrato sin da subito come un uomo di Chiesa, prima che un Vescovo. Lo ricorderà più avanti, rivolgendosi ai suoi fratelli sacerdoti ribadendo che al di là della missione pastorale lui è e resta uno di noi.
Sul palco antistante il sagrato della Cattedrale l’incontro con i sindaci della Diocesi e con il governatore della Basilicata Marcello Pittella. Il civile incontra il sacro, la laicità abbraccia la religiosità. Il Sindaco di Melfi Livio Valvano ha reso omaggio al nuovo Vescovo a nome di tutto il Vulture-Melfese.
Il rito religioso, la celebrazione eucaristica, gli adempimenti da inoltrare alla Santa Sede. Nel mezzo le parole del Vescovo Ciro Fanelli che colpiscono per semplicità, umanità, carisma. Parole che toccano molti fedeli.
“Vengo in mezzo a voi non per mia iniziativa ma perché è Dio che ha guidato i miei passi verso di voi. Accolgo con gioia questo magistero e mi sforzerò fino all’ultimo per trasmettere il valore del Vangelo.
A voi sacerdoti dico: aiutatemi a comprendere i bisogni di questa comunità che da oggi sarà la mia Diocesi, la mia terra, la mia Chiesa”.
La parola aiuto viene pronunciata diverse volte ed è rivolta non solo al clero ma anche ai fedeli affinché con le loro preghiere possano sostenerlo nel difficile compito al quale è stato chiamato. E se ai sacerdoti raccomanda di non lasciarsi schiacciare dalla paura ma a vivere con consapevolezza il dono dell’evangelizzazione quale strumento privilegiato per guardare al futuro, un pensiero particolare lo mostra anche per le nuove generazioni le quali:
“Hanno sete di autenticità, di sincerità: non dobbiamo mai tradire questi valori”.
Cita Paolo VI diverse volte, si sofferma sulle parole di papa Francesco. Non è difficile intuire quella che è la vocazione di monsignor Fanelli. Evangelizzazione, attenzione verso il sociale, rinnovamento e rafforzamento del ministero sacerdotale. Sono elementi che riconducono tutti ad un unico aspetto: il rapporto stretto, diretto e sincero con la comunità.
I ricordi commossi di Padre Gianfranco Todisco e dell’ex Vescovo Vincenzo Cozzi suscitano applausi ed emozioni da parte della platea. Dopotutto sono figure che hanno lasciato un segno profondo nella comunità.
Al termine della cerimonia religiosa, don Ciro Fanelli si è affacciato dal balcone del Palazzo Vescovile per salutare ancora una volta i fedeli.
Per la Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa sta per essere scritta una nuova pagina di storia.
Di seguito le foto della giornata.