Agosto è il mese ideale per preparare le conserve casalinghe che serviranno per tutti i mesi invernali.
Tra le conserve più gettonate di questo periodo c’è la passata di pomodoro.
Preparare la salsa è un’usanza diffusa un po’ in tutta Italia, principalmente al Sud, dove (proprio nel periodo finale di Agosto e l’inizio di Settembre) intere famiglie si riuniscono per portare avanti questo “rituale” che si tramanda da generazione in generazione.
Nelle nostre zone il rito della salsa si esegue con l’aiuto di figli, nipoti, vicini di casa e amici.
È davvero considerata un’attività molto importante, infatti, non è possibile prenderla alla leggera, soprattutto in considerazione del fatto che ci sono molte fasi diversificate da seguire.
Si parte inizialmente dalla scelta del pomodoro, che deve essere rigorosamente locale (di solito si sceglie la qualità San Marzano).
Una volta ricevuta tutta la quantità di prodotto richiesta (i pomodori devono aver raggiunto una fase avanzata di maturazione) si passa al lavaggio: i pomodori vengono messi in grosse bacinelle piene d’acqua per essere lavati accuratamente e per eliminare eventuali parti danneggiate.
È proprio questo il momento in cui i bambini si divertono maggiormente ad aiutare gli adulti. Un vero e proprio spasso poter affondare mani e braccia nell’acqua a “girare” i pomodori.
Tutti i pomodori lavati, si spaccano e si fanno poi bollire in quella che nel Vulture-Melfese si chiama “caudara”, una grossa pentola di alluminio.
Trascorsi una decina di minuti da quest’ultima operazione, i pomodori sono pronti per poter essere passati in un’apposita macchinetta, che spreme i pomodori ed elimina le bucce, in modo da far venir fuori una vera e propria passata di pomodoro.
A questo punto, ci sono due scuole di pensiero riguardanti l’imbottigliamento e la conservazione della salsa:
- Da un lato c’è chi decide di aggiungere il sale e il basilico già lavato, imbottigliare la passata, bollire poi queste bottiglie o “boccacci” e aspettare che l’acqua si sia raffreddata per poter conservare la salsa definitivamente;
- dall’altro lato invece c’è chi decide di adottare come metodo di conservazione “la salsa addormentata”, ossia bollire la salsa (dopo aver controllato sempre che la densità sia ottimale), aggiungere il sale e il basilico già lavato, imbottigliare in apposite bottiglie o “boccacci” e conservare le bottiglie vicine tra loro avvolte in calde coperte. Quest’ultima tecnica permette alla conserva di continuare a bollire all’interno delle bottiglie mediante il calore da loro stesse prodotto, in maniera graduale. Infatti così facendo potranno essere conservate dopo un riposo che dura circa una settimana.
Qualunque sia il modo per fare la salsa, resta sempre un unico motivo valido, cioè quello dello stare insieme.
E voi avete già fatto la salsa? E a quale scuola di pensiero appartenete?