“La Basilicata verso una paventata lunga chiusura di tutte le linee.
Si faccia chiarezza.
Il governo regionale si assuma le proprie responsabilità e si faccia garante nei confronti della direzione centrale di Trenitalia affinché a questa regione bistrattata venga garantito un servizio ferroviario degno di questo nome.
“Si prepara all’orizzonte un futuro nebuloso per il trasporto su ferro in Basilicata.
Le paventate interruzioni dal 2025/2026 da parte di RFI, a partire da dicembre fino all’estate prossima, e che porteranno alla chiusura di tutte le linee ferroviarie della Basilicata, preoccupa sia i lavoratori che i cittadini lucani”.
Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega che prosegue:
“Da un lato l’azienda non è riuscita a dare rassicurazioni sul futuro ai quasi 100 lavoratori di Trenitalia che si vedranno ridotte le proprie giornate lavorative a vantaggio dei colleghi pugliesi e campani, nonostante il contratto di servizio sia pagato dalla Regione Basilicata.
Dall’altro, con la chiusura delle linee e con tutti i disagi che ne verranno per i viaggiatori lucani, si creerà una situazione paradossale per cui la Basilicata continuerà a garantire i servizi interamente sul territorio pugliese, a carico del contratto di servizio della Basilicata, e i servizi per la Campania, che continueranno ad essere effettuati da personale non lucano.
Un paradosso tutto lucano che vede la Regione sborsare 32 milioni di euro a Trenitalia ma non avere un congruo ritorno occupazionale.
A ciò si aggiungono le segnalazioni della Filt Cgil sull’assenza di bagni separati per genere all’interno degli uffici Trenitalia e sull’assenza di spogliatoi, nonostante la massiccia immissione di personale femminile avvenuta negli ultimi tempi.
Criticità sui cui la Filt Cgil ha chiesto conto più volte al direttore Trenitalia della Basilicata – che, ricordiamo, non ha la sede lavorativa nella nostra regione – facendo richiesta di un incontro specifico da mesi, ottenendo solo una informale e burrascosa interlocuzione di venti minuti che non ha portato a nessuna soluzione.
A tutto ciò va denunciato che la Basilicata paga 32 milioni di euro per il servizio su ferro ma sulla tratta Potenza-Melfi circa la metà dei servizi vengono effettuati con gli autobus nonostante il recentissimo contratto di servizio sottoscritto a dicembre dell’anno scorso.
Oltre al non trascurabile dettaglio dell’affidamento “in service” della manutenzione e della produzione alla Puglia, lavorazioni queste che potrebbero essere effettuate in parte sul territorio lucano portando, a nostro avviso, occupazione e ottimizzazione del servizio.
Attualmente per i chilometri effettuati la Regione Basilicata paga 1,7 milioni di chilometri treno con una incremento nel 2027 fino a 2,4 milioni di chilometri grazie all’apertura della Ferrandina-Matera.
Ma il personale della Basilicata effettua solo 0,7 milioni chilometri, impiegando solo 50 lavoratori tra macchinisti e capotreni. Se tutti i chilometri venissero effettuati dal personale lucano si potrebbe arrivare ad un aumento di circa 100 posti di lavoro, oltre ai posti previsti per la gestione e la produzione.
È il momento che il governo regionale si assuma le proprie responsabilità e si faccia garante nei confronti della direzione centrale di Trenitalia affinché a questa regione bistrattata venga garantito un servizio ferroviario degno di questo nome”.