Il Presidente della seconda Commissione Consiliare (Bilancio e Programmazione), Giannino Romaniello, tra i promotori della Legge regionale per contrastare il gioco d’azzardo patologico approvata dal Consiglio regionale della Basilicata nel 2014, ha inviato una lettera ai Sindaci e ai Comandanti delle Polizie municipali dei Comuni della Basilicata per sollecitare l’applicazione della legge e la realizzazione degli strumenti di contrasto della ludopatia.
Romaniello ha ricordato:
“La legge mira a definire alcuni strumenti volti a realizzare una efficace prevenzione e riduzione del rischio legato al gioco d’azzardo patologico, contrastarne la dipendenza e assicurare la cura e la riabilitazione delle persone affette da tale patologia”.
La legge prevede una serie di strumenti volti alla salvaguardia dei soggetti deboli, tra cui il divieto di ubicare attività con apparecchiature per il gioco d’azzardo a meno di cinquecento metri da luoghi sensibili quali istituti scolastici di qualsiasi grado, luoghi di culto, oratori, impianti sportivi e centri giovanili, centri sociali o altri istituti frequentati principalmente da giovani o strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale e, inoltre, strutture ricettive per categorie protette.
La legge concede poteri anche ai Comuni che possono disciplinare, nell’ambito dei propri strumenti di pianificazione, gli elementi architettonici, strutturali e dimensionali delle sale da gioco e delle relative pertinenze.
Il consigliere ha infine sottolineato che è vietata qualsiasi attività pubblicitaria relativa all’apertura o all’esercizio di sale da gioco.
È vietato consentire ai minori di anni 18 l’utilizzo di apparecchi e congegni per il gioco lecito altrimenti si va incontro a sanzioni pesanti.
Secondo una indagine, in Basilicata sono ben 3500 macchinette “mangiasoldi” poste all’interno di circa 700 locali.
Speriamo che i destinatari di questo sollecito mettano in atto azioni per contrastare la ludopatia visto che sono sempre di più le persone, che spinte dalla crisi economica, vedono nel gioco l’unica via d’uscita.