Una delegazione del Partito Democratico di Basilicata ha visitato il carcere di Melfi. I dettagli

“Bisogna aver Visto” perché ciò che non si vede sembra non esistere.

Ecco perché “visitare i carcerati” è un atto politico.

Lo sapeva bene Piero Calamandrei, che dedicò un intero fascicolo della rivista “Il Ponte” alla condizione carceraria, in sostegno all’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulle carceri e sulla tortura.

Con questo spirito una delegazione del Partito Democratico di Basilicata composta dai consiglieri regionali Piero Lacorazza, Piero Marrese, Roberto Cifarelli e da Carlo Rutigliano, Giovanni Lettieri, Vito Lupo, Angela Blasi, Francesco Cirigliano, ha visitato il 2 settembre 2024 gli Istituti Penitenziari di Potenza, Melfi e Matera.

​A conclusione della visita ai tre istituti penitenziari, il segretario regionale del Partito Democratico Giovanni Lettieri, a nome della delegazione ha dichiarato:

“Il carcere smette di essere un mondo a parte per tornare ad essere parte del nostro mondo, un luogo che è sottoposto alle stesse garanzie costituzionali e internazionali, il non guardare, invece, favorisce il sonno della ragione e la scomparsa di ogni umana solidarietà, abbiamo avuto l’opportunità e il privilegio di condividere con i Direttori degli Istituti dott. Paolo Pastena, dott.ssa Rosaria Petraccone e la dott.ssa Rosa Musicco e con i loro operatori penitenziari la realtà dell’esecuzione penale lucana, entrando nelle sezioni, nelle stanze di pernotto, negli spazi trattamentali, percependo odori, rumori, colori, luci, voci e volti”.

I tre istituti portano avanti progettualità innovative e degne di nota creando le condizioni necessarie per realizzare occasioni di lavoro, nonostante il gran lavoro portato avanti permangono le problematiche legate alla carenza degli organici del personale di polizia penitenziaria, il al sovraffollamento e alla sanità penitenziaria, in particolare l’assistenza sanitaria, a partire dall’Osservatorio Regionale sulla Sanità Penitenziaria che va ricostituito e convocato, tra le necessità non più rinviabili la presenza nei tre istituti del medico di guardia come anche i problemi relativi alle tempistiche di erogazione delle prestazioni e delle visite specialistiche che là dove fosse possibile andrebbero effettuate all’interno della struttura penitenziaria.

Il decreto carceri, approvato il 7 agosto scorso non risolve le carenze strutturali non basteranno i mille agenti in più, le due telefonate in più al mese e poco o niente per i detenuti, una norma che purtroppo risolve, mettendo a nudo la poca sensibilità di questo governo.

Dopo “aver visto” e registrato criticità e problemi, seguiranno momenti di approfondimento che coinvolgeranno il partito nazionale e tutti i portatori di interesse del settore, per articolare proposte e possibili soluzioni alle tante questioni aperte.