“Il salto di qualità che si è registrato nelle dinamiche criminali lucane e la sempre più pervasiva presenza delle organizzazioni malavitose nella vita economica della regione Basilicata, hanno portato alla recentissima istituzione a Potenza della Sezione Operativa DIA inaugurata il 7 marzo 2022”.
E’ quanto emerge dalla relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa al secondo semestre 2021.
In un comunicato stampa, si precisa:
“In Basilicata la capacità di adattamento e mimetizzazione della criminalità mafiosa emerge dalle numerose interdittive antimafia che offrono la percezione del rischio di inquinamento mafioso nell’economia del territorio soprattutto nei confronti delle aziende indebolite dalla contingente crisi economica legata alla pandemia da Covid-19.
Il protrarsi della situazione epidemica infatti se da un lato ha indebolito il tessuto produttivo e il benessere delle famiglie, dall’altro ha affinato la strategia delle organizzazioni criminali allo scopo di proporsi come sostegno attivo a imprese in difficoltà e in crisi di liquidità trasformando l’originale impiego della violenza e della minaccia in schemi di sopraffazione economica gestiti attraverso la creazione o lo sfruttamento di un reticolo di relazioni affaristiche e collusive.
In tale scenario, tra l’altro, il riconoscimento e l’attenzione verso i fenomeni criminali quali usura ed estorsione, che potrebbero essere alimentati da questo momento di tangibile difficoltà economica, hanno portato al rafforzamento della rete interistituzionale per una veloce e razionale attività di supporto alle vittime di tali di reati.
Significativi al riguardo le sottoscrizioni dei Protocolli d’Intesa tra le Prefetture di Matera e Potenza e la “Fondazione Nazionale Antiusura Interesse Uomo onlus” nell’ambito del progetto “Economie di libertà” finanziato dal Ministero dell’Interno.
Altrettanto emblematico è stato l’incontro tra la DIA e la filiale della Banca d’Italia di Potenza in occasione del convegno sul tema del riciclaggio tenuto presso il Teatro Stabile di Potenza il 4 ottobre 2021.
Nel simposio sono state affrontate le tematiche relative al reinvestimento del denaro proveniente dai traffici illeciti soprattutto a fronte degli ingenti flussi finanziari del PNRR che potrebbero esasperare l’azione infiltrativa della criminalità organizzata.
Nella Regione i singoli clan organizzati per lo più su base territoriale (provincia di Potenza, area Vulture-Melfese e provincia di Matera con la fascia jonico-metapontina) hanno stabilito accordi con associazioni criminali di più alto spessore come quelle calabresi, pugliesi e campane.
Ne è conferma l’operazione “Lucania Felix” di seguito descritta nel paragrafo dedicato a Potenza che ha consentito di dimostrare la sussistenza, la permanenza e la continuità operativa del clan MARTORANO-STEFANUTTI di Potenza e i suoi stretti legami a livello nazionale con i sodalizi mafiosi della ‘ndrangheta calabrese come la cosca GRANDE-ARACRI di Cutro, la cosca MANFREDI-NICOSIA di Isola Capo Rizzuto e quella dei BELLOCCO di Rosarno (RC).
La sintonia strategica fra l’organizzazione potentina e la struttura mafiosa calabrese “appare la cartina di tornasole, la prova conclusiva e insuperabile della mafiosità dell’organizzazione di Potenza, posto che le indagini svolte ci raccontano come il riconoscimento di tale mafiosità avvenga da parte di chi come i sodalizi di ‘ndrangheta sopra indicati in materia ha un know-how solido ed una tradizione insuperata”.
Sul territorio del Vallo di Diano compreso tra le province di Salerno e di Potenza la presenza della criminalità mafiosa campana e pugliese era già emersa nel contesto investigativo delle indagini “Febbre oro nero” e “Shamar” dell’aprile 2017.
Con riferimento al semestre in esame nella stessa area Valdianese è stata tratteggiata l’esistenza e l’operatività di un sodalizio criminale nel settore degli stupefacenti in particolare marijuana, hashish e cocaina.
Le indagini hanno consentito di monitorare l’operatività dell’organizzazione, il suo modus operandi, nonché i canali di approvvigionamento, i luoghi di stoccaggio e le fasi di acquisto e vendita della droga.
Sempre in provincia di Potenza ugualmente allarmante è il quadro di situazione nella zona di Lagonegro che rappresenterebbe l’unico territorio in cui la criminalità autoctona si sarebbe sostanzialmente ritirata cedendo il passo ad un’organizzazione proveniente da un’altra regione vale a dire il clan ‘ndranghetista dei MUTO di Cetraro (CS).
L’area infatti sarebbe ora divenuta rotta obbligatoria per il transito di droga e di armi da parte di organizzazioni criminali calabresi e campane.
Non meno preoccupante è la situazione nell’area del melfitano che essendo limitrofa a Cerignola (FG) risente delle influenze criminali di quella città.
La situazione più critica permane comunque quella della provincia di Matera dove continua ad essere condizionata dalla capacità del clan SCHETTINO di infiltrarsi nel tessuto economico legale mediante società di comodo o acquisendo il controllo di settori economici produttivi
sul territorio oltre che investendo gli operatori economici presenti sul mercato con metodi tipicamente mafiosi nel tentativo concreto di riciclare i proventi derivanti dalle attività illecite.
Come ribadito dal Questore di Matera, Eliseo NICOLI, “con riguardo ai profili evolutivi dei fenomeno criminali in questa provincia si segnala che il proliferare delle attività commerciali e turistiche degli ultimi anni ha attratto la criminalità, anche della confinante Puglia e si sono verificati ed reati predatori contro il patrimonio e tentativi di infiltrazione nel tessuto economico/finanziario.
Nell’area della fascia jonico/metapontina, allo stesso modo, i sempre più floridi settori, agroalimentare e del turismo balneare, hanno reso più prevedibili infiltrazioni della criminalità calabrese e tarantina e si sono verificati atti intimidatori nei confronti di imprenditori locali e diversi episodi incendiari.
E’ costantemente seguita la situazione nel comune di Scanzano, tenuto conto del particolare contesto e del recente provvedimento di scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione di tipo mafioso”.
Anche il Prefetto di Matera, Sante COPPONI, ritiene la fascia jonica metapontina “l’area maggiormente esposta a fenomeni criminali” presentando, tra l’altro, “profili di vulnerabilità connessi a possibili infiltrazioni di un certo spessore criminale” stante la collocazione geografica dell’intera provincia fra le limitrofe regioni della Calabria e della Puglia.
In tale chiave di lettura può essere inteso il recentissimo “Protocollo per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale” sottoscritto il 18 maggio 2022 dal Prefetto di Matera e dai Sindaci dei Comuni di Matera, Montescaglioso, Bernalda, Pisticci, Policoro, Rotondella, Nova Siri ed il Commissario Prefettizio di Scanzano Jonico.
“L’accordo, che si inquadra in una serie di azioni ed interventi già avviati dalla Prefettura di Matera anche in relazione all’attuale periodo di difficoltà economiche sofferte da ampie fasce di cittadini e imprenditori, possibili prede di criminali interessati al subentro nelle attività aziendali, prevede un potenziamento degli strumenti di prevenzione amministrativa antimafia nei settori commerciali ed imprenditoriali maggiormente esposti al rischio di infiltrazioni criminali”.
Proprio a causa dello specifico rischio di infiltrazione criminale anche nel periodo di riferimento i provvedimenti ablativi si confermano un efficace strumento di salvaguardia delle regole di libero mercato.
In generale alla luce delle recenti attività investigative nella regione continua a risultare ampiamente diffuso il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti unitamente al relativo consumo e persistono episodi di danneggiamento anche a seguito di incendio, nonché fatti costituenti o riconducibili a intimidazioni e minacce.
Per quanto concerne l’operatività criminale di sodalizi di matrice etnica, l’operazione “Idra”15, eseguita l’8 luglio 2021 conferma come i gruppi gambiani e nigeriani presenti nel territorio lucano risultino dediti all’approvvigionamento e alla commercializzazione di significativi
quantitativi di sostanza stupefacente.
Nel semestre di riferimento in tutta la regione vi sono stati rilevanti sequestri di armi ed esplosivi indicativi di una pericolosa capacità bellica dei gruppi malavitosi e di un ruolo altrettanto solido nel connesso mercato degli stupefacenti.
Si registrano, altresì, numerosi reati contro il patrimonio e danneggiamenti””.