È durato 70 minuti il colloquio a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Entrambi i leader lo hanno definito un incontro “proficuo”.
Ha dichiarato la premier al termine dell’incontro:
“Da qui oggi esce un messaggio chiaro e semplice: il futuro dell’Ucraina è di pace e libertà ed è un futuro europeo e non ci sono altre soluzioni possibili per questa vicenda.
Sono convinta che l’Ucraina vincerà e rinascerà più forte e rigogliosa di prima”, ha aggiunto la Meloni ribadendo “un chiarissimo posizionamento dell’Italia a sostegno dei nostri alleati e del popolo ucraino”.
“Siamo pronti a sostenere un’ulteriore intensificazione del partenariato” dell’Ucraina con la Nato e a facilitare “l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea”, ha ribadito la premier ricordando che l’Ucraina sta facendo degli sforzi anche per difendere l’Europa.
Come precisa ancora Today, prima di incontrare la premier Meloni il presidente ucraino si era recato al Quirinale per la visita al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Nel pomeriggio Zelensky si è recato in Vaticano per essere ricevuto da Papa Francesco. Poi sarà ospite di Bruno Vespa, protagonista dell’edizione speciale di Porta a Porta.
Meloni dice “no a una pace qualsiasi, deve essere giusta”
Relativamente all’invio di armi in Ucraina la Meloni ha dichiarato:
“Continueremo in accordo con i nostri principali alleati a fornire il sostegno necessario anche militare perché l’Ucraina possa arrivare quanto prima è un tavolo di negoziati in una posizione solida. Questo è importante perché alla pace non si può arrivare con nessuna opzione di resa da parte dell’Ucraina, sarebbe terribilmente ingiusto ma sarebbe anche molto pericoloso per la pace in Europa”.
La premier ha voluto poi rinnovare l’appello a Mosca affinché fermi immediatamente l’aggressione: “Noi siamo favorevoli a una soluzione diplomatica del conflitto e siamo ovviamente pronti a fornire ogni possibile assistenza”.
Zelensky: “Faremo ogni cosa per entrare nell’Ue”
“Giorgia, ti ringrazio per la possibilità di essere in questo bellissimo Stato con una grande storia, sono qui per stringerle la mano e ringraziare per aver dato rifugio ai cittadini ucraini, non lo dimenticherò mai”, ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa congiunta a Palazzo Chigi, dopo aver raccontato il dramma che il suo Paese sta vivendo e aver dichiarato che i bambini ucraini deportati in Russia potrebbero essere oltre 200mila.
Il presidente ucraino ha poi invitato i politici italiani ad andare in Ucraina per vedere con i propri occhi cosa sta accadendo. “L’Europa per noi è molto importante” e “faremo ogni cosa per entrare nell’Ue”.
Papa a Zelensky: “Grazie della visita”
Il terzo importante incontro della giornata per il presidente ucraino è con Papa Francesco.
“La ringrazio per questa visita”, ha detto il Papa accogliendo Zelensky.
“È un grande onore”, ha risposto il presidente.
Il faccia a faccia in Vaticano nell’Auletta Paolo VI è durato circa 40 minuti. Papa Francesco ha donato al presidente ucraino una piccola scultura che rappresenta un ramoscello d’ulivo, simbolo della pace e il Messaggio per la Giornata mondiale della Pace 2023, il Documento sulla Fratellanza Umana, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della LEV, il volume “Un’Enciclica sulla pace in Ucraina” che raccoglie la maggior parte degli interventi pubblici del Pontefice sulla guerra in Ucraina.
Zelensky ha ricambiato donando al Papa un’icona della Madonna dipinta sui resti di un giubbotto antiproiettile e un quadro intitolato Perdita, sull’uccisione dei bambini durante il conflitto.
I temi del colloquio tra Papa Francesco e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “sono riferibili alla situazione umanitaria e politica dell’Ucraina provocata dalla guerra in corso”, ha reso noto la Sala Stampa della Santa Sede.
Il Pontefice “ha assicurato la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall’invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno”.
Entrambi hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione. Il Papa ha “sottolineato in particolare la necessità urgente di gesti di umanità nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto”.